YAC - SPACE TO CULTURE - 2014











FAB LAB ITALIA. Questa sarà la nuova destinazione d’uso dell’ex complesso manifatturiero La Perla. La fabbrica tradizionale diventa fabbrica 2.0.
Fab Lab Italia ospiterà, attraverso una selezione, creativi, artisti, designer, ingegneri, educatori che in un tempo definito, avranno lo spazio e il supporto necessario per sviluppare e rendere reale la loro idea, che sia un oggetto fisico che un progetto immateriale culturale o tecnologico. Alla fine del processo creativo, sarà data loro visibilità e risonanza comunicativa grazie agli spazi espositivi, di incontro e dibattito dedicati agli argomenti inerenti al loro campo d’azione. Per il tempo di sviluppo del progetto, gli operatori avranno la possibilità di essere ospitati nelle strutture ricettive interne.
Lo spazio è anche aperto al pubblico, che potrà visitarlo in tutte le sue parti, venire a contatto con i processi produttivi e partecipare agli eventi formativi e culturali: il tutto sarà studiato per essere usufruibile e coinvolgente anche per i bambini, ad esempio attraverso workshop ludici e didattici.

L’intervento progettuale ha lo scopo di valorizzare e rendere riconoscibile l’edificio senza snaturare il suo attuale aspetto, forte per la sua qualità architettonica.
Il nastro rosso avvolge e passa attraverso l’involucro edilizio rappresentando il nastro trasportatore  che entra nella fabbrica portando innovazione e idee fresche, ma richiama alla mente anche il mondo del tessile, antica destinazione d’uso dell’edificio. La funzione del nastro è anche fortemente pratica: dà una forte riconoscibilità sia dal livello stradale (la tettoia che parte dal parcheggio e passa sopra la strada è visibile anche da lontano) che a livello aereo. Viviamo infatti in un’epoca dove la ricerca dei luoghi attraverso le mappe satellitari web è importantissima e leggere “Fab Lab Italia” realmente sul nastro che passa in copertura dà un plus notevole all’edificio. Il nastro durante il suo percorso diventa a sud tettoia a protezione dai raggi solari e sul tetto piccolo teatro all’aperto.

Una volta che l’utente varca l’ingresso, mantenuto nell’attuale posizione, ha la possibilità di decidere se prendere la rampa alla sua sinistra che lo porta al piano primo, nei fab lab concettuali dove si sviluppano progetti culturali  o proseguire al piano terra attraversando il nuovo giardino interno per entrare nell’area dedicata ai fab lab hardware. Qui nuovi macchinari e lavorazioni daranno vita agli oggetti del futuro.
Appena entrati troviamo il punto di controllo ad accoglierci e indirizzarci: lungo gran parte del perimetro sono situati i fab lab e nel corpo isolato l’area espositiva dedicata ai prodotti dei fab lab residenti e di tutta Italia. I primi hanno la possibilità di esporre temporaneamente anche nelle bacheche prospicienti a loro stessi. Una sala riunioni e una piccola sala conferenze sono disponibili per la comunità nell’area centrale, a ridosso del giardino interno. Una segreteria gestirà tutti gli spazi e i metodi per il loro affidamento.
Gran parte dei collegamenti verticali e dei servizi esistenti vengono mantenuti, ma una nuova scala monumentale che collegherà tutti i piani sarà inserita in prossimità dell’ingresso.
Al secondo piano, oltre a quello a già detto, saranno create delle aule/laboratorio didattico e una teatro/sala conferenze. Il nastro gioca a questo piano un ruolo importante con la maggior parte dei suoi attraversamenti: entra a sud, uscendo a est creando così la terrazza per il bar; dopo essere passato in copertura, rientra nella zona verde e fuoriesce come rampa nella facciata nord.
Infine al terzo piano diamo spazio a un ampio ristorante/mensa con bar a servizio di tutti gli abitanti del fab lab e per i suoi visitatori.

Il corpo di fabbrica che crea il grande portale di ingresso conterrà le strutture destinate all’accoglienza: al piano terra la reception e gli uffici che gestiranno i mini appartamenti per gli ospiti del fab lab al primo e al secondo piano e le stanze dell’albergo dell’arte all’ultimo piano nella parte a ponte.

Il progetto ha partecipato al Concorso di idee per il recupero dell'ex stabilimento Perla, Quarto Inferiore 

(Granarolo, Bologna)

PROGETTISTI:
ARCHITETTI ALLA DECIMA,  PAOLO MONTI, MARCO BRACCINI, MARIO CENCI, IRENE CINI,  NICOLETTA FIORENTINI, FRANCESCO IOZZIA, GAEL PIOMBANTI,  MICHELA SIMONELLI,

MERIGGIO: tavolo-ombrellone da esterni, 2013





La contemporaneità ci porta sempre più spesso a ripensare lo “stare a tavola”. L’aperitivo è ormai un rito, atto umano di socialità. La degustazione è modalità di far apprezzare i propri prodotti. L’antipasto a buffet è il momento privilegiato per conoscere nuove persone prima di sedersi a tavola con gli amici di sempre.  La mobilità che permea le nostre vite viene proiettata anche nell’ azione di mangiare, la parte “in piedi” del pasto è diventata ormai necessità, è l’avvicinamento alla tavola , lo starter, la modalità informale di rompere il ghiaccio. La piazza, la spiaggia, il giardino sono i luoghi che ospitano questa espressione umana.
Meriggio nasce da queste considerazioni.
MERIGGIO E’ L’INTERPRETAZIONE DELLO STARE A TAVOLA ALL’APERTO.
Il concept nasce dalla necessità di offrire uno spazio funzionale e riparato per l’aperitivo, per l’antipasto all’aperto, per la degustazione, creando un’ombra , un meriggio attorno ad un piano d’appoggio. Un oggetto che con la sua eleganza possa dare la giusta dignità Al pasto “in piedi”.
Meriggio è costituito da tutte le parti di una barrique dismessa: il piano di appoggio è il tappo della botte, le gambe del tavolo sono doghe cosi’ come le bacchette e i puntoni di sostegno dell’ombrellone.
I meccanismi di cerniera sono costituiti da parti dei cerchi metallici della barrique. Il tutto è coadiuvato da un palo di legno e da un telo in cotone bianco.

Il progetto ha partecipato al 1° Concorso di Idee "A tavola" legato al progetto “Barrique la terza vita del legno”.

Progetto FOCE: Arch. Mario Cenci - Arch. Giovanni Fornaciari

Intervista su fdproject.net , 2013





Intervista a Lisa Bova pubblicata su Fresh Design Project.

Neue Regelbau, 2012

Progetto: 
 Arch. Lorenzo Casi
Arch. Mario Cenci

Arch. Juri Favilli
Arch. Giacomo Feri
Arch. Alessandro Masoni



Cartoline da Avigliano, 2012

 Avigliano è internazionalmente legato ai ritrovamenti di alberi fossili avvenuti negli anni settanta nella vecchia cava di argilla usata per la realizzazione di laterizi da parte della Fornace Briziarelli insediata proprio a Dunarobba. Le suggestioni che reperti pliocenici come gli antichi tronchi di conifere provocano nel progettista sono molteplici sia tecniche che evocative.
Interrare gran parte del complesso architettonico permette sia di mimetizzarci e creare il minor impatto visivo possibile rispetto al paesaggio che sfruttare il raffrescamento naturale del terreno. L’intervento che proponiamo si integra nel paesaggio stesso, scompare quasi, generando degli spazi neutri, sgombri, sobri e lineari che possano contenere e mettere in risalto le opere d’arte che ospiteranno o che vi verranno prodotte.
Oltre ai corpi sotterrati vi sono quelli emersi che si distinguono per la traforatura contrapposta alla pienezza del medesimo materiale. La foratura dei corpi che spuntano costituisce una sorta di quadro o cornice sul paesaggio, delle vere e proprie cartoline di Avigliano e del paesaggio Umbro.

Progettisti:
Arch. Luca Spitoni MAOO studio (Capogruppo)
Arch. Luca Tarducci MAOO studio
Arch. Mario Cenci
Ing. Giuseppe Magliano
Ing. Edoardo Marchetti




Marcello - Lo sgabello





Ispirato al film La Dolce Vita un oggetto che si propone di incarnare l'eleganza italiana nei sui tratti essenziali.

Progetto: FOCE
Arch. Giovanni Fornaciari
Arch. Mario Cenci



Gemello - Lampada


Progetto: FOCE
Arch. Giovanni Fornaciari
Arch. Mario Cenci